In molti come primo approccio mi chiedete:
Ma che stile di Yoga insegni?
Ma che stile di Yoga facciamo noi?
Cerchiamo di iniziare a fare un pochino di chiarezza, partiamo dal presupposto che il 90% delle pratiche svolte in occidente deriva dall’Hatha Yoga, ossia dallo Yoga dinamico o yoga legato anche al movimento fisico con esecuzioni di Asana, so che vi sembrerà strano ma diversi stili di yoga non prevedono minimamente lo svolgimento delle Asana, ma non ne parlerò qui in questo articolo, qui parliamo di Hatha Yoga.
La parola Hatha, ha un significato ben preciso:
“HA” significa “sole” e fa riferimento all’energia maschile, che sfocia nel canale energetico destro del nostro corpo, che parte dalla narice destra, e che viene anche chiamata Pingala. Mentre “THA” significa “luna”, ed è riferito all’energia femminile, all’energia che sfocia nel canale energetico sinistro, che parte dalla narice sinistra e viene chiamata Ida.
La parola Hatha, quindi, rappresenta l’equilibrio tra questi 2 emisferi opposti, ma ugualmente importanti per il nostro equilibrio psico-fisico, un po’ come il Tao che contiene al suo interno i poli opposti Yin e Yang.
Per questo motivo, l’Hatha yoga viene anche chiamato “lo yoga del sole e della luna” (rispettivamente yang e yin), e la sua pratica ci insegna che il corpo, la mente e lo spirito sono una cosa sola, unica e indivisibile.
Quindi potremmo dire che la pratica dell’Hatha yoga ha come obiettivo quello di mantenere in equilibrio e in armonia queste due polarità, e che per farlo richiede un impegno fisico e mentale.
Credo sia un concetto straordinario, in grado di guidarci alla comprensione degli equilibri interni che regolano il nostro funzionamento, e all’identificazione degli aspetti energetici con i quali dobbiamo lavorare per ritrovare un equilibrio nel corpo e nella mente.
Per esempio, se in un determinato momento o periodo ci sentiamo iperattivi, nervosi o agitati, è probabile che nel nostro organismo sia presente un eccesso di energia maschile, (pingala) e per riportare equilibrio nel corpo e nella mente, è utile dedicarsi ad una pratica yoga più yin, gentile, tranquilla, calma e rilassata che stimoli l’energia femminile (ida).
(Come ad esempio la tecnica di respirazione Chandra Bedhana Pranayama, che stimola Ida nadi, il canale energetico associato all’energia della luna o al sistema nervoso parasimpatico.)
Al contrario, quando ci sentiamo letargici, pigri, stanchi e ci mancano entusiasmo e vitalità è probabile che ad essere in eccesso sia l’energia femminile Ida, ed in questo caso, per riportare equilibrio nel corpo e nella mente, è necessario stimolare Pingala, l’energia solare, attraverso una pratica di yoga più fisica e più intensa, come per esempio gli asana che lavorano sugli addominali o sul terzo chakra (manipura) o ancora con qualche ciclo vigoroso di Saluti al Sole.
Lo scopo dell’Hatha Yoga:
Come abbiamo visto l’Hatha yoga ha come obiettivo quello di mantenere in armonia ed equilibrio i 2 poli opposti, Yin e yang, attraverso un intenso impegno fisico e mentale.
Ma non è finita qui.
Esiste infatti un “livello superiore”, una tappa evolutiva più “elevata” dello yoga, quella che secondo gli Yogasutra di Patanjali (il più antico testo di riferimento sullo yoga), dovrebbe portarci al fine ultimo dello yoga, cioè il Samadhi, ovvero la “beatitudine”, lo stato in cui si raggiunge l’annullamento dell’ego, le dualità diventando una cosa sola, le afflizioni mentali vengono fatte tacere, e la mente si quieta.
Questo obiettivo ultimo viene raggiunto attraverso la pratica del Raja Yoga, uno stile di yoga molto “mentale” e meditativo che richiede un elevato grado di preparazione fisica, mentale ed energetica.
Perché ti dico questo?
Perché lo scopo più elevato dell’Hatha yoga è quello di “eliminare gli ostacoli fisici” per preparare corpo e mente alla pratica della Meditazione, e quindi al cammino verso il Samadhi.
La pratica delle posizioni, infatti, oltre agli evidenti benefici di carattere fisico, ha anche lo scopo di sciogliere le tensioni nel corpo e purificare i canali energetici, permettendo al Prana, ovvero all’energia vitale, di scorrere liberamente.
Oltre a questo, le pratiche del controllo del respiro o di assorbimento dell’energia vitale (pranayama), permettono di calmare la mente, controllare e gestire le emozioni, avendo un effetto positivo sul sistema nervoso.
Tutto ciò, come abbiamo detto, ci fa sentire bene, e a livello spirituale questo sforzo serve per preparare il corpo e la mente ad un livello di yoga superiore, la Meditazione.
Origini dell’Hatha yoga:
L’antica tradizione dello yoga è come un fiume ampio e profondo alimentato da moltissime fonti orali, scritte, ma anche iconografie, danze e canti.
E’ stato grazie a Patanjali, ed al suo famoso testo – gli ” Yoga Sutra di Patanjali“, scritto circa nel 3 sec. a.c. -, che lo yoga ha iniziato a prendere forma.
Il testo raccoglie in ordine logico tutti gli insegnamenti precedenti, che spesso venivano trasmessi solo verbalmente.
Tuttavia, lo yoga di cui ci ha parlato Patanjali, nonostante sia ancora un punto di riferimento per la maggior parte delle scuole di formazione yoga, non riguarda la pratica delle posizioni.
Gli Yoga Sutra, infatti, hanno una caratteristica soprattutto mentale, ed è come se fossero un manuale che descrive ed identifica in 8 “stadi”, lo scopo ultimo dello yoga e cioè il Samadhi, ovvero lo stato di beatitudine, e l’unico asana che viene trattato è la posizione seduta meditativa, che secondo Patanjali deve essere sthira sukham asanam e cioè “comoda e stabile”.
Quindi, dall’inizio della storia dello yoga fino agli Yoga Sutra di Patanjali, il corpo fisco non è considerato come uno strumento per raggiungere la beatitudine, o il Samadhi.
In seguito, con lo sviluppo del tantrismo, si è iniziato a comprendere il valore del corpo, delle sensazioni e delle emozioni come mezzo per trascendere liberare la mente, ed è in questa epoca che per la prima volta è stato utilizzato il termine Hatha yoga, che, a differenza dello yoga di Patanjali, comprendeva anche l’impegno fisico, attraverso la pratica delle posizioni.
L’Hatha yoga quindi ha origine dal tantrismo, ed in questa epoca particolarmente creativa dal punto di vista delle pratiche si sono diffusi anche il Mantra, il Kundalini yoga.
A partire da quel momento di Hatha Yoga si è continuato a scrivere e parlare fino ai giorni nostri, e dall’insegnamento e dall’evoluzione di questa disciplina sono nati in seguito decine di stili e di scuole di pensiero yogico, tutte appartenenti ad una stessa “radice”, quella che per prima ha considerato il corpo, e la pratica delle posizioni, come elemento per trascendere la mente.
Quindi, quando parliamo di Iyengar yoga (del maestro Iyengar) o di Ashtanga yoga (del maestro Patthabhi Jois), o dei più moderni di Bikram yoga (del maestro Bikram Choudhury ) e Yin yoga (del maestro Bernie Clark), ebbene, altro non sono che derivazioni dell’Hatha yoga.
A questo punto forse ti starai chiedendo come mai, se tutti gli stili derivano dall’Hatha Yoga, in alcune scuole vengono proposti corsi specifici di Hatha yoga, differenziandoli da altri stili
Caratteristiche della pratica:
Come abbiamo visto, la parola Hatha è riferita a qualsiasi stile di yoga in cui si pratichino le posizioni (asana).
Tuttavia, quando parliamo di lezioni di yoga, in genere il termine Hatha viene utilizzato per indicare un tipo di lezione dal ritmo lento, in cui lo sforzo fisico è ridotto, ed in cui l’allungamento muscolare e la resistenza vengono curati molto più dello sforzo fisico inteso.
Per questo motivo, le lezioni di Hatha yoga sono facilmente sostenibili dalla maggior parte delle persone.
Una lezione di Hatha yoga, infatti, comprende per lo più posizioni statiche e/o dinamiche eseguite con un ritmo lento, e viene data molta importanza alla respirazione, enfatizzando il respiro coordinato con il movimento.
Generalmente le lezioni di Hatha yoga seguono una struttura comune, ed iniziano con un momento di raccoglimento in piedi, seduti, oppure a terra.
In questa fase ci si concentra sulla respirazione e si inizia a portare l’attenzione al mondo interno. Per enfatizzare l’interiorizzazione, si possono utilizzare dei mudra, e/o cantare dei mantra.
Successivamente, si passa a degli asana statici o dinamici, che servono per riscaldare il corpo. In alternativa, come riscaldamento, possono essere eseguiti anche alcuni cicli di Saluti al Sole.
La lezione normalmente continua con la pratica degli asana: in piedi, estensione indietro, torsione, piegamenti in avanti, inversioni. In seguito, si eseguono le tecniche di controllo del respiro (Pranayama) e si conclude con il rilassamento finale Shavasana, o in alternativa con la meditazione.
Ovviamente il modo in cui viene composta una lezione, ed il ritmo con cui viene eseguita, dipendono molto dall’insegnante, e per questo motivo si può partecipare a lezioni di Hatha yoga completamente diverse fra di loro… ma questo è un bene, in quanto ci da la possibilità di sperimentare pratiche e stili differenti.
Inoltre, in epoca moderna, sta diventando sempre più di uso comune mescolare più stili tra loro. In questo senso devo ammettere che anche io ho trasformato molto il mio modo di insegnare, e se inizialmente mi rifacevo molto agli insegnamenti dello yoga integrale, oggi invece le mie lezioni sono influenzate dalle varie formazioni che ho seguito nel corso degli anni.
Inoltre, poiché mi sono reso conto che lo yoga si può proporre anche in maniera “personalizzata” in funzione di uno specifico obiettivo, e per adattare lo yoga alle esigenze dello stile di vita “occidentale”, ho indirizzato il mio stile in quella direzione, creando sequenze specifiche per i più comuni disturbi (come stress e insonnia), per lo sport, e per la vita di tutti i giorni.. proprio per darti l’opportunità di sperimentare e scegliere ciò che più fa per te.
I Benefici dell’Hatha Yoga:
In generali i benefici derivanti dalla pratica dell’Hatha yoga sono uguali o simili a quelli degli altri stili di yoga, e di seguito vedremo quali sono i principali.
Una cosa però che contraddistingue questo stile rispetto agli altri è che l’Hatha yoga, dando molta enfasi alla respirazione, è benefico specialmente per il sistema nervoso.
E’ quindi molto utile per eliminare lo stress, l’ansia, combattere l’insonnia e tutti i disturbi relazionati in qualche modo con il sistema nervoso.
Tutto ciò grazie allo sviluppo della propriocezione che si acquisisce durante la pratica delle posizioni e le tecniche di controllo del respiro, che ci insegnano a respirare correttamente ed a gestire il respiro per favorire il benessere mentale.
qui di seguito ti elenco i principali benefici:
Benefici Fisici
- Riossigena tutte le cellule del corpo, migliorando le funzionalità di organi, tessuti, apparati
- Genera forza, energia e vitalità
- Migliora la flessibilità del corpo
- Disintossica l’organismo
- Rallenta l’invecchiamento
- Migliora l’equilibrio e la concentrazione
- Previene e cura il mal di schiena ed altre patologie
- Mantiene il sistema cardio-circolatorio in buona salute
- Aumenta la qualità del respiro, migliorando la capacità respiratoria
- In gravidanza fa bene alla mamma ed al bambino
Benefici mentali
- Dona chiarezza e tranquillità mentale, riducendo il flusso dei pensieri
- Riduce l’ansia, la depressione e gli attacchi di panico
- Aiuta a gestire le emozioni
- Elimina lo stress
- Aiuta a smettere di fumare
- Combatte l’insonnia
- Migliora le prestazioni sessuali
- Aiuta a risolvere i problemi
- Sviluppa la concentrazione
- Aiuta a controllare peso ed a gestire la fame nervosa
- Aiuta a controllare peso
Testi e scuole di riferimento
Anche se nel mondo dell’editoria moderna esistono milioni di libri che parlano di yoga, c’è un testo in particolare che è riconosciuto in tutto il mondo come il primo testo sull’Hatha yoga, ed è stato scritto da Svatmarama nel 1400 d.c. circa.
Si tratta dell’Hatha Yoga Pradipika ovvero, La lucerna dello Hatha yoga.
L’Hatha Yoga Pradipika è un trattato breve con il quale l’autore chiarisce lo scopo dello yoga, cioè il raggiungimento del Samadhi, sottolineando il fatto che non è possibile raggiungere il Raja yoga, ovvero lo yoga mentale (o meditazione), senza aver imparato l’Hatha yoga, ovvero lo yoga dello sforzo (o la pratica delle posizioni), e viceversa.
Questo testo, per la prima volta nella storia dello yoga, descrive nel dettaglio gli asana necessari per preparare il corpo e la mente allo stadio evolutivo superiore, e cioè alla pratica della meditazione. (Ne descrive 15).